All’inaugurazione del Centro S.O.S. Sostegno Orfani Speciali ci sarà anche il dottor Giuseppe Delmonte. Aveva 18 anni quando suo padre uccise sua mamma Olga. Oggi ne ha 45, dopo un silenzio, ha scelto di far sentire la sua voce a sostegno di tutti gli orfani e le orfane di femminicidio. “Perché non siano più lasciati soli ad affrontare un simile dolore come è successo a me. Il senso di abbandono istituzionale è stato pazzesco – ricorda – lo Stato non è riuscito a salvare mia madre, non è riuscito a tutelare me di fronte alle violenze subite”.
Importanti per Giuseppe Delmonte le diverse forme di sostegno previste dal Progetto S.O.S.
“Chi resta ha bisogno subito di una mano a cui aggrapparsi per non precipitare. Io – denuncia – ho dovuto aspettare anni prima di potermi pagare uno psicoterapeuta che mi aiutasse a colmare quel vuoto che ti divora. Mentre per assurdo, mio padre in carcere è stato seguito subito da uno psicologo. I diritti riconosciuti al maltrattante devo essere riconosciuti anche alle loro vittime”.
E il sostegno deve essere immediato. Chi diventa orfano lo è da subito e non può aspettare del tempo per essere preso in carico, da ogni punto di vista dice Giuseppe Delmonte nella testimonianza pubblicata sul sito di RE.S.P.I.R.O, uno dei 4 progetti per orfani di femminicidio selezionati da Con I bambini e che condividiamo.
La ferita per la perdita non si cancella ma chi resta deve essere aiutato ad andare avanti, a ricostruirsi. Ed è con questo fine che nasce il Centro S.O.S., il primo in Italia dedicato agli orfani e alle orfane di femminicidio e alle famiglie a cui sono stati affidati.
Il Centro di via Nota 5 a Torino dal 16 novembre sarà aperto tutti i giorni almeno tre ore. Ad accogliere chi sceglierà di aderire al progetto operatrici dei centri antiviolenza che hanno seguito un lungo percorso di formazione. Per le emergenze sarà attivo 24 ore su 24 un numero telefonico dedicato. Tutte le informazioni sulle attività previste saranno anche disponibili sul nuovo sito del Centro S.O.S.